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IL DECAMERONE A SORASENGI

Abraam giudeo, da Giannotto di Civignì stimolato, va in corte di Roma; e, veduta la malvagità de’ chierici, torna a Parigie fassi cristiano”.

Con la lettura di questa novella, di un’attualità quasi desolante, è iniziata l’oretta che abbiamo dedicato al Boccaccio per festeggiare i settecento anni dalla sua nascita.

La cornice era perfetta: il prato, il sole, le casette probabilmente uguali a quelle che nel ‘300 ospitavano i personaggi del Boccaccio e, quel che più conta, un’allegra brigata seduta al sole attorno ad un lungo tavolo imbandito.

Ma ci hanno rallegrato anche l’arguzia di Chichibbio, ghittone di coscie di gru, l’intelligente allegria di Bruno e Buffalmacco che se la godono alle spalle di Calandrino, la prontezza di riflessi di Peronella che nasconde il suo amante nel doglio (con quel che ne segue), l’arguta schiettezza di Madonna Filippa, il ricco mercante geloso gabbato dalla bellissima moglie, la sfortunata Alatiel che supera comunque ogni sventura (bocca basciata non porta ventura, anzi rinnuova come fa la luna), Rustico monaco che insegna alla bella Alibech a rimettere il diavolo in inferno, Federico degli Alberighi che, per amore, sacrifica il suo falcone e per questo viene premiato.

Umana cosa è aver compassione degli afflitti”. Così comincia il Decameron. Per questo il Boccaccio l’ha scritto e l’Associazione Culturale Sorasengi, che ha tra gli scopi sociali la felicità dei soci, lo mette a disposizione, presso la sua sede operativa di Sorasengi, di chiunque pensi di trarne profitto.

E, già che ci siamo, L’Associazione Culturale Sorasengi augura a tutti un Felice Natale e un ancora più Felice 2014.

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